Il Cantico dei Cantici di Jovanotti

Quest’estate sono stata al JOVA BEACH PARTY, tappa di Rimini, e proprio lì, come ultima canzone che Jova ci ha regalato, ho ascoltato per la prima volta Chiaro di luna (dai, non sarò l’unica che va i concerti senza aver ascoltato l’ultimo album?!).

Il testo mi ha colpito in modo particolare, tanto da farmi pensare ad un Cantico dei Cantici  moderno e inconsapevole, ma certamente autentico, come l’amore che Lorenzo ha testimoniato durante il concerto per sua moglie Francesca, lì presente.

Ricordate il Cantico dei Cantici? Quel libro che si trova proprio al centro della Bibbia? È un libro tutto particolare, perché, con buona pace dei più puritani, contiene tanto “corpo”: ci sono due innamorati che si rivolgono l’uno all’altra in modo appassionato ed esplicito, indugiando su fianchi, seno, lingua, più altre immagini non esplicite ma piuttosto evocative come ”Il mio diletto ha messo la mano nello spiraglio e un fremito mi ha sconvolta.”.

Ecco qualche altro esempio per rinfrescarci la memoria:

Mi baci con i baci della sua bocca!

Sì, le tue tenerezze sono più dolci del vino.

Per la fragranza sono inebrianti i tuoi profumi

Le curve dei tuoi fianchi sono come monili,

opera di mani d’artista.

Il tuo ombelico è una coppa rotonda

che non manca mai di vino inebriante.

Il tuo ventre è un mucchio di grano,

circondato da gigli.

La tua statura rassomiglia a una palma

e i tuoi seni ai grappoli.

Ho detto: «Salirò sulla palma,

coglierò i grappoli di datteri;

mi siano i tuoi seni come grappoli d’uva

e il profumo del tuo respiro come di pomi».

Sono versi appassionanti che cantano in modo diretto e mai volgare la bellezza dell’amore erotico tra uomo e donna e non ho potuto fare a meno di ritrovare questi tratti anche in alcuni versi di della canzone di Jovanotti:

Voglio avere torto mentre tu mi baci

Respirare l’aria delle tue narici

E non esiste paesaggio più bello della tua schiena

Quella strada che porta fino alla bocca tua

Cercherò il tuo sguardo nei posti affollati

La tua libertà oltre i fili spinati

Non potrai capire mai cosa scateni

Quando mi apri la finestra dei tuoi seni.

Quindi, se non fosse già abbastanza chiaro, il Cantico dei Cantici è  un libro dove protagonista è l’amore espresso attraverso il corpo. Giovanni Paolo II ha avuto il merito di affermare che questo tipo di amore non è solamente simbolico dell’amore tra Dio e il suo popolo (questa era la lettura preferenziale che ne veniva data in precedenza), anzi egli ribadisce con forza che non è nonostante il corpo e l’amore erotico che possiamo incontrare il mistero di Dio rivelato dal Canto dei cantici, ma è piuttosto in esso e attraverso di esso che ci riusciamo.

L’amore erotico infatti, prima di essere “inquinato” dal peccato originale, non era separato dall’amore divino, così come non erano separati corpo e anima, e nemmeno realtà spirituale da realtà sensuale.

Anche oggi è possibile, anzi è possibile e bello, camminare verso l’unione di questi opposti. Sembra difficile o strano? E invece no, si chiama redenzione del cuore e accade quando la dimensione erotica non è svincolata dalla persona, quando non c’è scarto tra corpo e persona, quando c’è perfetta coincidenza tra attrazione fisica e attrazione per quella persona intera… è esattamente per questo motivo che il Cantico dei Cantici non ha niente a che fare con un romanzo Harmony, ed è esattamente per questo motivo che Jovanotti immagina di avere un calendario non con qualsiasi modella tutte curve, ma con sua moglie, e non per eccitarsi guardando parti del suo corpo come se fosse un oggetto da possedere, ma per guardarla come un uomo guarda la donna che ama, e che trova sempre più attraente, sempre più erotica perché sempre più amata, in tutto quello che è.

C’è un calendario sul muro della mia officina

Per ogni mese una foto futura di te

Che sei ogni giorno più erotica, o mia regina

Non c’è un secondo da perdere

Ancora di più, l’eros è come quel propulsore creato per portare l’uomo fino alle vette dell’amore divino, e ancora oggi è possibile intuire quest’esperienza, tanto è vero che

Non esiste esperienza più mistica e più terrena

Di ballare abbracciato con te al chiaro di luna. (Jovanotti)

L’amore umano, più viene vissuto in pienezza e più apre ad una dimensione spirituale e divina:

Come quella volta che abbiamo scoperto

Che davanti a noi c’era uno spazio aperto

Che insieme si può andare lontanissimo (Jovanotti) 

Sì, l’amore porta a non accontentarsi, a raggiungere spazi e luoghi (interiori ma non solo) inesplorati, ad andare sempre più lontano, un passo dopo l’altro, a penetrare sempre più a fondo l’intimità dell’altro. L’amore non ha un punto di arrivo (quanto sarebbe assurdo dire: “Ci amiamo abbastanza… ora possiamo accontentarci!”) , proprio perché tende all’Infinito, tende per sua intrinseca natura a voler oltrepassare il tempo e lo spazio perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore! (Cantico dei Cantici)

E quindi sì, noi sposi possiamo davvero cantare:

Guardami negli occhi come fossimo

Complici di un piano rivoluzionario

Un amore straordinario (Jovanotti)

Già, siamo complici tra noi e con Dio nel testimoniare il Suo infinito e personalissimo amore, nel trasmettere la sua stessa vita, nel comunicare quanto è straordinariamente grande il Suo desiderio di intimità con noi.

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10 cose che ho imparato nei primi 10 anni di matrimonio

Il 15 giugno abbiamo fatto una bellissima festa per festeggiare i nostri primi 10 anni di matrimonio e abbiamo cercato di tirare un po’ le somme per ricordarci ciò che è importante per i prossimi 10 anni! Di seguito il mio il punto di vista.

1) Non posso cambiare mio marito, ma lui è cambiato lo stesso!

I primi anni di matrimonio, accanto all’entusiasmo per le cose nuove (che bello! vado a fare una lavatrice con la nostra nuova lavatrice nella nostra nuova casa!) e per la vita quotidiana insieme, ci siamo presto accorti che la diversità di idee, aspettative, modi di fare e di pensare, di agire e di reagire (tutto insomma!) ci portavano a stare molto scomodi insieme, a farci soffrire per apparenti banalità. Ovviamente il problema non era tanto scegliere un tipo di mensola piuttosto che un’altro, quanto invece (questo lo abbiamo capito dopo) non sentirci ascoltati e accolti dall’altro. Quanto avrei voluto, in quei momenti, che Tommy fosse diverso, e lui altrettanto evidentemente!

La cosa è bella è che piano piano piano (vedi punto 9) ci siamo ritrovati cambiati, più capaci di stare in relazione tra noi, più attenti all’altro, più disponibili all’ascolto e al dialogo senza fucile già puntato preventivamente contro l’altro.

Non si tratta di magia, ma di disponibilità a mettersi in discussione, in cammino, e tanto lavoro su di sé, spirituale e umano.

Ah, per non destare fraintendimenti: ciò non significa che siamo diventati uguali! Anzi, sempre più differenti, ma quelle differenze non erano più un problema, anzi una risorsa e una pienezza per la nostra coppia.

2) La sessualità ha bisogno di tempo

Questo è un tema molto ampio, che tratteremo sicuramente in modo più approfondito nei suoi tanti aspetti in altri articoli. Qui basti dire che, visto che la nostra vita sessuale è iniziata con la nostra vita matrimoniale, abbiamo dovuto conoscerci anche sotto questo punto di vista. E come la nostra relazione si è approfondita man mano in questi 10 anni, di pari passo così è stato anche per la nostra intimità fisica. Sembra scontato, ma sappiamo che per tante coppie la sessualità è un problema, e purtroppo se ne parla ancora molto poco. Un piccolo segreto, scontato se volete ma neanche tanto, è questo: l’intimità fisica cresce in funzione dell’intimità della relazione.

3) Dai bisogni inconsapevoli alle scelte consapevoli

Quanto mi ha fatto soffrire vedere che quella che pensavo fosse una scelta d’amore, recava in sé, oltre a questo, tanti miei bisogni (parlo dal mio punto di vista, ma ciò riguarda entrambi in modo  più o meno importante) di cui, a 22 anni, età in cui mi sono sposata, non ero minimamente consapevole. Vedere quello che c’era dietro alla facciata di “coppia modello”, è stato piuttosto doloroso, intuire che amare è una cosa diversa da quello che credevo, altrettanto doloroso.

Credo che alla maggior parte delle coppie possa succedere questo, in modo più o meno traumatico e più o meno “patologico”. Dopo questo “shock” iniziale, è stato fondamentale fare memoria della storia di Dio con noi, come singoli e come coppia. Lui non poteva essersi sbagliato. Così su una nuova fiducia, è stato importante ri-scegliere, questa volta in modo davvero consapevole, il nostro matrimonio, ma soprattutto fidarci di Dio che era in mezzo a noi e ci teneva per mano.

4) La fecondità è aderire al progetto di Dio per la nostra coppia

Fecondità. Parola tanto odiata e tanto amata. Non avendo figli, i primi anni di matrimonio, ma già al corso prematrimoniale, la parola fecondità faceva “rima” con “piano B se le cose non funzionano bene”. Quanto odiavo questo concetto: c’è la fertilità, poi per chi non ha figli c’è la fecondità. Mi faceva proprio arrabbiare. Anche questo è un argomento di vita vissuta molto importante, profondo, ampio, difficile. Troppa roba per condensarla in poche righe. Quello che voglio dire per ora, qui, è questo: ogni coppia è chiamata ad essere feconda, se no, anche se ha 2,3,4,5 figli, rimane in un certo senso “sterile”. La fecondità è aderire al progetto di Dio per la nostra coppia. Fecondità è lasciare lo spazio a Dio di agire, assecondare lo Spirito Santo, essere come le pale eoliche che si lasciano attraversare del vento dello Spirito e producono “energia”, cioè vita, cioè quello che Dio vuole generare con noi (ringrazio mio papà che mi ha regalato questa immagine). Chiara Corbella ed Enrico Petrillo lo testimoniano: quanta vita, quanti figli partoriti alla fede e tanto altro, attraverso la loro storia vissuta con Dio.

5) Ci sono momenti molto difficili in cui butteresti tutto all’aria.. non farlo perché, semplicemente, ne seguiranno di molto belli, anche se ti sembra impossibile

Questo è più un mantra di speranza da ricordarsi, portare al cuore e alla mente, per i momenti più difficili. Il Signore fa nuove tutte le cose, chiedi a Lui, arrabbiati, disperati, supplicaLo: non vede l’ora di poterti liberare dalle tue prigioni e dai tuoi sepolcri.

6) Alcune cose è meglio non farle insieme, altre, o insieme o niente.

Su questo punto ci si intende presto con degli esempi. Cucinare ad esempio, è un ambito nel quale io e mio marito agiamo in modo molto diverso per cui insieme è un po’ difficile. Per cui o cucino io e lui non si intromette, o viceversa. Ma questo significa anche che è bene conservare un proprio spazio, fare delle esperienze anche da soli, coltivare la propria differenza per arricchirsi e arricchire l’altro.

Ci sono altre cose poi, che abbiamo imparato che è meglio fare insieme, per il bene della coppia ma anche degli altri. Ad esempio: vi chiedono un servizio in parrocchia? Farlo come singolo o farlo come coppia è tutta un’altra cosa. Se lo fate come coppia, mettete in gioco anche la vostra relazione, il vostro sacramento, e ciò arricchisce enormemente di più il vostro contributo e la vostra “missione”.  Ed è pure una cura preventiva da protagonismi personali, dall’impegno più fuori casa che dentro casa, dall’essere coinvolti in dinamiche sterili e non equilibrate anche rispetto alla propria coppia e famiglia.

7) Meglio non fare troppi progetti ma godere di ciò che la vita ci offre

Anche questo è un mantra da ricordare. La vita che ti viene data da vivere è ora. Troppo tardi quando sarai in pensione, troppo tardi forse anche l’anno prossimo. Ci sono delle possibilità, opportunità, che la vita ti offre ora. Coglierle al volo e goderne è accogliere i doni che Dio vuole farci oggi. Per questo non bisogna programmare troppo: se si è troppo impegnati nel seguire il proprio programma si rischia di non cogliere ciò che di bello e alternativo ci viene messo davanti.

8) Le relazioni, alcune in particolare, sono il bene più prezioso

Non sono quella che socializza facilmente. Mio marito va molto meglio sotto questo punto di vista. Una delle cose più importanti che abbiamo capito in questi 10 anni è che Dio si è manifestato tante volte attraverso le persone che ci ha messo a fianco. Le relazioni in cui si può parlare di sé, delle proprie fatiche e ferite, in cui ci si sostiene a vicenda, si condivide e si cresce nella comunione sono un grande dono di Dio, più prezioso dell’oro, perché non si possono comprare ma sono solo un dono.

9) Non bisogna avere fretta, lo Spirito è maestro delle lente maturazioni

Tante volte ci siamo chiesti cosa Dio desideri da noi e cosa noi con Lui. La risposta non l’abbiamo ancora, però non possiamo non vedere quanto la nostra vita sia cambiata in questi 10 anni. Per chi non ci conosce bene, tutto sembra rimasto uguale: stesso paese, stessa casa, stesso lavoro (almeno uno dei due), nessun figlio ecc… quante cose invece noi e chi ci conosce bene sa che sono cambiate! Dentro di noi, nella nostra relazione, nel nostro rapporto con Dio, nelle nostre amicizie, in quello che facciamo, anche se non sbandierato da nessuna parte. Nella fede non ci sono soluzioni e risposte pronte, bisogna solo mettersi in cammino, in ascolto, e in gioco, e piano piano, piano piano, piano piano, lo Spirito crea e ti fa maturare, e il seme germoglia.

10) Più ti muovi, più ti arricchisci

In questi 10 anni le nostre automobili hanno percorso tantissimi km. Incontri, esperienze, amici da vedere, testimonianze da fare, relazioni, colloqui, esercizi spirituali, seminari, cene. I nostri familiari sanno bene che siamo sempre in giro e si sono rassegnati sia a badare alla nostra gatta mentre siamo via, sia al fatto che spesso manchiamo ai tradizionali pranzi della domenica e affini. È vero, spesso anche io mi sono lamentata di questo essere spesso in macchina, o in treno o anche aereo, ma la verità è che ogni tragitto è stato sempre ricompensato. Quanto ringrazio il Signore di non avermi lasciato nelle mie comodità e nei miei cliché, del sabato a fare la spesa e della domenica a pranzo o dai miei o dai suoceri, con un’alternanza rigorosa.

Lo ringrazio perché ha allargato i nostri orizzonti, ci ha regalato amicizie bellissime, ci ha fatto sentire la sua presenza in mille modi, ci sta guarendo e salvando piano piano.

Questo non significa che debba essere così per tutti, però è vero che più allarghi i tuoi orizzonti, più il tuo mondo diventa ricco.

Ora siamo curiosi di scoprire e vivere ciò che ci riserveranno i prossimi 10 anni.